In questa nuova guida andremo a parlare di una console che in Italia (ma generalmente anche in Europa) non ha mai avuto un grande successo, pur essendo il primo vero sistema da gioco a 16bit.
Stiamo parlando del Turbografx-16, conosciuto anche come Pc Engine in Giappone e in Europa, creato da Hudson Soft in collaborazione con NEC a partire dal 1987.
Hudson Soft fu una delle primissime software house a sviluppare giochi per Nintendo quando il colosso giapponese lancio, nel 1983, il primo Nes (o Family Computer).
Realizzò infatti una conversione del celebre gioco Lode Runner e ottenne anche la licenza d parte di Nintendo per la realizzazione di una versione di Super Mario Bros proprio per PC-88.
Hudson Soft non si accontentava però di essere una società di sviluppo di successo e aveva invece in mente di produrre una sua console proprietaria che non necesitass3 di cassette per giocare.
Per realizzare il suo progetto aveva però bisogno di supporto nella produzione dell’hardware e , dopo aver ricevuto un rifiuto da parte di Nintendo stessa, trovo la partnership perfetta con il colosso dell’elettronica NEC, giù divenuto famoso per le serie di Pc da gioco NEC PC-88 e PC-98.
Durante il 1987 veniva quindi lanciato sul mercato giapponese il Pc Engine, prima vera console con grafica a 16bit e capace in seguito, grazie ad un add on esterno, di leggere giochi in formato cd-rom.
Nel 1988 il Pc Engine aveva conquistato circa la metà del mercato giapponese in fatto di vendite, spingendo i capi di NEC e Hudson a puntare nuovi, succulenti, mercati come quello nord americano e quello europeo.
Solamente un anno dopo, nel1989, venne rilasciato in Nord America il Turbografx-16 dal design totalmente diverso rispetto al PC Engine ma con le stesse caratteristiche e funzionalità, compresa la possibilità di leggere cd-rom.
Nello stesso anno anche in Europa vennero distribuite delle copie della console (pochissime in realtà) con il nome di Turbografx, senza il 16 finale.
Parallelamente in Giappone veniva rilasciata, oltre ad un aversione compatta ed economica chiamata Shuttle, anche una che avrebbe dovuto competere con il nascente Super Nintendo e conosciuta come SuperGrafx.
Purtroppo a segnare la fine della console furono le scarse vendite al di fuori del Giappone e la quasi nullità di supporto ricevuto da sviluppatori esterni che, come pe molte altre console, preferirono puntare suglia accordi con i giganti Nintendo e Sega.
Nel 1991, nel disperato tentativo di contrastare Sega Mega Drive e Super Nintendo, NEC rilasciò il PC Engine Duo, la versione aggiornata della console con lettore cd incorporato ma anche questa mossa, futuristica per molti aspetti, non riuscì a cambiare il suo destino.
La produzione della console cessò definitivamente solo nel 1995.
Come da consuetudine per il tempo esistono molte varianti di Pc Engine/Turbografx in quanto NEC e Hudson cercarono più volte di aggiornarla e mantenerla appetibile per un mercato in continuo mutamento.
Già solo le due versioni, per mercato giapponese e nord americano/europeo, sono esteticamente molto differenti, senza considerare tutta una serie di periferiche aggiuntive.
Vediamo quindi quali sono le principali
Modello originale della console rilasciato in Giappone.
Piccola, compatta totalmente bianca e con una sola uscita per il pad.
Il pad era il classico due bottoni, dalla forma quasi perfetta tanto da non essere cambiata fino alla fine della produzione
Era dotata di una uscita RF e di una porta di espansione adatta a collegar i vari moduli esterni.
Modello originale rilasciato negli Stati Uniti e di dimensioni quasi doppie rispetto al PC Engine (anche a causa di una schermatura aggiuntiva per l’uscita RF richiesta dalle normative americane).
Anche in questo caso una sola uscita per il pad e una enorme porta di espansione posteriore del tutto compatibile con le periferiche giapponesi
Questa espansione, che si collegava lateralmente al Pc Engine tramite una base di appoggio, permetteva alla console di leggere i giochi in formato cd-rom.
Dispone infine di un’uscita audio AV, invece della sola RF e la possibilità di salvataggio per i giochi.
In seguito venne rilasciata anche un’ulteriore espansione, chiamata Super Cd Rom, per i cd che aumentava la capacità di immagazzinare dati da 64KiB a 256 KiB. Questo permetteva di locare più informazioni nella cache del sistema, scaricandola dai cd, e quindi di avere livelli più lunghi e complessi nei giochi.
La versione americana contiene le stesse innovazioni dell’aggiornamento originale ma l’aggancio dell’espansione per i cd è posta sul retro, rendendo il tutto visivamente terribile.
Il Supergrafx è considerato il primo vero upgrade significativo della console originale.
Rilasciato solamente sul mercato giapponese, oltre ad un redesign completo, offre una serie di modifiche hardware atte a migliorarne la potenza.
È dotato di un chip grafico aggiuntivo, chiamato HuC6270, con i suoi 64k di VRAM e spinge la Ram di sistema da 8KiB a 32KiB.
Questo upgrade permetteva alla console di visualizzare 2 sfondi indipendenti e fino a 512 sprite pixel su una linea o 128 sprite totali sullo schermo.
Il sistema è compatibile con l’espansione per leggere i cd-rom (con un cavo aggiuntivo) e con i giochi originali ma purtroppo aveva un costo di produzione molto alto e gli vennero dedicati solamente 7 giochi appositamente sviluppati.
Una delle ultime vere varianti, il PC Engine Duo, era un sistema che comprendeva in una sola scocca il Supergrafx, il lettore cd rom e un’espansione di memoria necessaria a giocare ai nuovi titoli rilasciati su formato Cd
Il design è finalmente elegante anche se presenta sempre un’unica uscita per il pad.
La versione americana del Duo è questa volta quella originaria.
Questa variante venne infatti pensata principalmente per il mercato americano e poi riadattata per quello asiatico.
La console venne rilasciata ad un prezzo molto accattivante e accompagnata da un ottimo bundle di giochi inclusi.
Nonostante ciò non riuscì a scardinare il poter di Nintendo e Sega.
Il Turbografx non si può certo considerare una console con un numero molto elevato di esclusive ma buona parte della sua libreria è composta da titoli di ottimo livello
Questo sia perchè Hudson era una software house di tutto rispetto, sia perchè con la partnership con NEC poteva vantare conversioni di gran parte dei titoli usciti su PC-88 e PC-98 (home computer piuttosto famosi in Giappone e mai usciti dal Sol Levante).
Ecco quindi alcuni titoli che caratterizzando il Turbografx-16/éPc Engine:
Come per quasi tutte le console dei primi anni 90, esistono ormai svariati emulatori affidabili per Pc Engine e che permettono di potersi godere senza troppi problemi l’intero parco giochi.
I migliori due a mio avviso sono ancora Mednafen e Ootake: il primo è sicuramente il più affidabile in assoluto ma ha un’interfaccia non esattamente “user friendly” e che richiede un minimo di tempo per essere compresa, il secondo invece è il top per l’emulazione su Windows anche se presenta una traduzione in inglese a livello amatoriale.
Parlando invece di collezionismo e disponibilità sul mercato iniziano invece i dolori in quanto sia Pc Engine che Turbografx-16 sono abbastanza costosi e rari da trovare in buone condizioni.
La scarsa distribuzione in Europa (praticamente nulla a parte in Francia) vi obbliga a puntare il mercato giapponese o nord americano con relativi costi di spedizione.
Il prezzo di acquisto varia veramente tanto dal modello che vi interessa e da quali add on volete aggiungere ma difficilmente spenderete meno di 250-300 euro.
Esiste inoltre una versione mini del primo Pc Engine, rilasciata recentemente e disponibile anche sugli store principali come Amazon
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