La storia del Super Nes CD-Rom e della creazione della Playstation
La console chiamata Super NES Cd-Rom (o Super Disc) può essere paragonata all’unicorno per gli studiosi di evoluzione animale, ad Eldorado per gli archeologi, alla monetina da 1 cent con la Mole per i numismatici: in poche parole è qualcosa di mitologico e di introvabile.
Si tratta dell’unico tentativo di casa Nintendo di collaborare con la Sony per la realizzazione di una nuova console, evoluzione del famosissimo Snes, non più legata a cartucce magnetiche ma ai più pratici ed economici cd-rom.
La collaborazione finì male e la Sony procedette con lo sviluppo in autonomia, dando alla luce la prima fortunatissima Playstation.
Il progetto iniziale non superò mai la fase di prototipo e ne esistono in tutto solamente 200 esemplari e per questo è ritenuta una delle console da gioco più rare e preziose, praticamente impossibile da trovare sul mercato, anche se esistono dei video su Youtube dove vengono fatte delle vere e proprie recensioni (vi proponiamo quello più “completo” e interessante).
Ma qual è a storia dietro questa idea? Come mai non venne mai portata in produzione?
Philips e il lancio dei Cd-Rom: il punto di incontro
L’idea di collaborazione tra la casa di Kyoto e la Sony nacque già negli anni 80, periodo in cui la Nintendo tentava di prevalere sul mercato dei videogame scavalcando la Sega e in cui la Sony, allora già affermata azienda di elettronica ma non presente sul mercato del gaming, studiava un nuovo supporto magnetico insieme alla svedese Philips.
Le principali console del tempo utilizzavano come supporto le tipiche cartucce magnetiche, praticamente indistruttibili ma poco capienti e incredibilmente costose da produrre; per questo motivo la Nintendo cercava nuovi metodi per abbassare i costi di produzione.
Parallelamente la Sony bramava la possibilità di entrare con prepotenza nel sempre più florido mercato dei videogame; il punto di incontro tra le due aziende avvenne quando Philips rese pubblico di avere un accordo univoco con la Sony per lo sviluppo di lettori del nuovo supporto sviluppato insieme, i cd-rom.
Poco costosi e capaci di contenere sino a 700Mb ( contro i 40 delle cartucce), erano assolutamente adatti a sostenere l’evoluzione grafica che i giochi stavano subendo in quegli anni; perciò la Nintendo propose a Sony una collaborazione di sviluppo congiunto per una nuova console, capace di leggere sia i vecchi formati che quelli nuovi, chiamata inizialmente Snes Playstation o Super Nes CD-Rom.
Il gioco delle parti e i tradimenti
L’accordo iniziale prevedeva da parte di Sony lo sviluppo di un sistema esterno, da agganciare alla console creata invece da Nintendo, capace di leggere i cd-rom, un pò come intrapreso da Sega con il suo Mega Cd pe Mega Drive.
Questo però garantiva a Sony due vantaggi:
- la possibilità di richiedere un costo di licenza a tutti gli sviluppatori che volevano creare giochi per il nuovo formato
- la possibilità di sviluppare in autonomia una propria console
Nintendo, incredibilmente, non vide il pericolo rappresentato dal secondo punto ma si soffermò invece sull’aspetto economico legato al primo: abituata a lavorare in ambiente di monopolio non era infatti intenzionata a dividere con altri questi proventi e iniziò una contrattazione segreta direttamente con la Philips per acquisire il know-how su come sfruttare al meglio i cd-rom.
Nello stesso periodo Sony palesava le sue reali intenzioni: nel 1991 durante il Consumer Electronics Show, la fiera di settore più importante ai tempi, veniva annunciato non solo lo SNES CD da montare sulle console Nintendo, ma anche una console stand alone, marchiata Sony, chiamata SNES PlayStation.
Esattamente il giorno dopo Nintendo annunciò pubblicamente di aver raggiunto un accordo con Philips per lo sviluppo di lettori di cd-rom da montare sullo SNES.
Questa mossa venne letta dagli esperti del settore come un tentativo molto forte di Yamauchi, boss Nintendo, di rimettere al suo posto il partner arrivista e di chiarire a chiunque chi fosse il vero leader del mercato; purtroppo per lui fu una mossa che pochi anni dopo gli si ritorse contro.
Il resto è storia: la nascita della Playstation
Inspiegabilmente i fatti del 1991 non portarono ad una rottura completa tra gli accordi dei due giganti giapponesi, che continuarono invece lo sviluppo congiunto per un altro anno.
Nel 1992 infatti continue voci di nuovi accordi segreti tra Nintendo e Philips per bloccare un ingresso di Sony nel mondo del gaming casalingo, convinsero Kutaragi, capo progetto della Snes Playstation, dell’inutilità di continuare la collaborazione.
Kutaragi era convinto però che gli sforzi compiuti sino ad allora nello sviluppo di una nuova console non andassero sprecati e che anzi bisognasse investire in una nuova tecnologia per portare l’era dei videogame dagli ormai vetusti 16 bit ai più promettenti 32 bit, capaci di supportare sia il classico 2d che il nuovo e visionario, per il tempo, 3d.
I vertici della Sony avevano però già dimostrato di aver perso interesse nel progetto, ritenuto tropo costoso e con evidenti difficoltà di lancio sul mercato dopo aver perso la partenership con Nintendo, e fu solo grazie all’intervento diretto del CEO che Kutaragi ottenne l’approvazione a continuare il suo lavoro.
Il boss della Sony era Norio Ohga, una persona non abituata a dimenticare i torti subiti dalla propria azienda, e il tradimento di Yamauchi era per lui ancora un nervo scoperto che lo tormentava; per sua fortuna (e di tutta Sony) vide l’opportunità fornita dal suo promettente sviluppatore e la colse al balzo.
Nel 1994 veniva lanciata la prima console a 32 bit chiamata Playstation ( senza Snes) e quel che successe dopo è storia.
Leave a Response