A differenza dei precedenti articoli simili, questa volta dedichiamo una guida di approfondimento su una “handheld” o per i meno anglofoni una console portatile: il Bandai Wonderswan.
A parte grossi colossi del settore come Sega, tempo addietro, e Sony nei tempi più recenti, poche altre azienda hanno provato a competere con Nintendo per il mercato delle console portatili.
Un di queste fu Bandai, sicuramente più conosciuta come publisher di varie serie storiche di videogiochi, che rilasciò nel 1999 il Bandai Wonderswan con l’idea di strappare una fetta di mercato importante a sua maestà Nintendo.
Vediamo quindi cosa c’è da sapere per iniziare a collezionare un Bandai Wondersan.
Il primo modello di Bandai Wonderswan venne rilasciato in Giappone nel 1999 quando la Bandai, allora come ora, uno dei principali produttori di videogiochi del paese, decise di volere lanciare sul mercato una sua console proprietaria in modo da non dover più pagare le salate commissioni richieste da Nintendo per il rilascio di giochi sul Game Boy.
L’hardware venne commissionato alla compagnia Koto, fondata da Gunpei Yokoi, il genio che aveva creato in precedenza il Game Boy, il game Watch e serie famosissime come kid Icarus, Metroid e Super Mario Land.
Gunpei, non più alle dipendenza di Nintendo dopo il fallimento del Virtual boy, riuscì nuovamente a proporre qualcosa che sino a quel momento non si era mai visto sul mercato (n.d.r. ricordo che a questo signore si deve l’invenzione della croce direzionale sui pad): una console portatile che si poteva giocare mantenendo lo schermo sia in verticale che in orizzontale.
Questa novità rese molto famosa la console in Giappone e permise a Bandai di stringere delle importanti partnership ufficiali con altre compagnie per la realizzazione (o il porting) di giochi in esclusiva. Su tutte furono soprattutto Namco e Squaresoft a sposare il progetto e a rilanciare alcune delle loro IP più famose sulla console di casa Bandai.
Il modello originale del Wonderswan montava ancora uno schermo monocromatico che pareva ben poca cosa rispetto a quello a colori del Game Boy Color, rilasciato un anno prima, quindi la compagnia corse ai ripari rilasciando una versione aggiornata con schermo a colori dalle prestazioni veramente ottime.
Le vendite furono alle stesse per circa due anni, dopodichè Nintendo rilasciò sul mercato qualcosa di ancora più innovativo a livello di prestazioni, il Game Boy Advance, sancendo di fatto la morte di tutta la concorrenza.
Bandai continuò comunque a supportare la sua console portatile, rilasciando versioni aggiornate e cercando di combattere Nintendo sul suo stesso campo con alcuni porting a colori importanti ma nel 2003 fu costretta ad alzare bandiera bianca e la produzione ufficiale venne interrotta.
Il Bandai Wonderswan purtroppo non è mai stato commercializzato ufficialmente fuori dal Giappone e non ne esiste una versione PAL o NTSC-usa.
Come già detto Bandai rilasciò diverse versioni della sua console portatile per cercare di soddisfare le mutabili richieste del mercato, producendo di fatto 3 modelli differenti:
Wonderswan: rilasciato nel 1999 con uno schermo monocromatico ad 8 tonalità di grigio (8-shade), risoluzione 224 x 144 pixels e un processore a 16bit v30. Pur essendo più performante del suo avversario game Boy Color), questa sua prima versione vendette molto poco proprio perchè non presentava uno schermo a colori
Wonderswan Color: leggermente più grande e pesante del precedente modello, il Wondeswan Color venne rilasciato nel 2000, dotato di uno schermo LCD a colori e di ben 512 kb di ram.
Venduto a circa 6800 yen, un prezzo abbastanza basso, e forte del porting di alcuni dei capitoli di Final Fantasy, questa versione permise a Bandai di conquistare circa l’85 del mercato giapponese.
La compatibilità dei titoli del modello originale era garantita al 100% con il color mentre non era vero il contrario, un pò come per il Game Boy Color e il Game Boy.
Wonderswan Crystal (o SwanCrystal): ultimo modello commercializzato nel 2002 che montava un nuovo schermo LCD sfruttante la tecnologia TFT che permetteva immagini più nitide e colorate.
Oltre a ciò questo modello aveva la possibilità di connettersi ad internet e presentava una diversa disposizione dei tasti che meglio si adattava alle dimensioni maggiori della console,
Anche in questo caso la console è retrocompatibile al 100% con i titoli uscii per le altre versioni.
A causa del mancato import al di fuori dal mercato giapponese, la gran parte die migliori tioli per questa console sono difficilmente giocabili se non conoscete i kanji.
Praticamente tutto il parco giochi sviluppato dalla Squaresoft o altri jrpg risultano più che altro ottimi pezzi da collezione, ma non metterli in questa lista sarebbe ingiusto.
Ecco quindi quali giochi non potete farvi scappare:
Negli ultimi anni il Bandai Wonderswan è stato molto ricercato dai collezionisti americani ed europei, interessati soprattutto alle varie versioni legati ai titoli Squaresoft.
Per questo motivo il prezzo di mercato si è giustamente alzato.
Attualmente su Ebay è possibile acquistare una console per un prezzo tra i 40 e i 100 euro (non le limited) mentre i giochi sono diventati più costosi.
Se avete la fortuna di potervi recare in Giappone sappiate che praticamente ovunque potete comprare una console completa di tutto a prezzi più convenienti in quanto la disponibilità sul mercato è ancora molto ampia.
Per quanto riguarda l’emulazione i migliori software rimangono OSwan e WSCamp che offrono una compatibilità quasi al 100% con i giochi usciti su Wonderswan.
Entrambi non sono però integrati in aggregatori come Retroarach per esempio.
Quest’ultimo fa uso invece di Cygne, un altro ottimo emulatore basato su Dos che però risulta meno aggiornato rispetto ai due precedenti.
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