Mesi fa il presidente di Atari aveva sconvolto tutti con la dichiarazione, fatta via Twitter, che annunciava come la storica compagnia americana (ora francese) stesse lavorando ad un nuovo hardware dedicato ai videogiochi, chiamato Atari Box.
Insieme al tweet era stato presentato un enigmatico sito internet contenente solamente alcune immagini della nuova console (un render in realtà) e un form in cui sottoscriversi per ricevere in anteprima le news relative al progetto.
Nei giorni seguenti la stampa specializzata era riuscita a reperire alcune nuove informazioni in cui era chiaro che il progetto non fosse relativo ad una riedizione mini dell’Atari 2600, ma piuttosto ad una sorta di home computer, basato su Linux, in cui oltre a rigiocare ai classici degli anni 80 fosse possibile installare nuovi programmi e addirittura sviluppare giochi dedicati.
Da allora sono passati più di 7 mesi e l’Atari Box è decisamente fuoriuscita dai radar, tanto da far pensare che il progetto, nel frattempo rinominato Atari Vcs, fosse stato cancellato.
In realtà i lavori procedono, è stata avviata una campagna su Indiegogo di finanziamento e, soprattutto, è stata finalmente resa pubblica la data di apertura delle prevendite, il 30 Maggio 2018.
Vediamo quindi cosa ci si può aspettare da questo tentativo da parte di Atari di rientrare nel mercato dei videogames.
Come scritto poc’anzi il CEO di Atari, Fred Chesnais, annunciò che la sua compagnia era pronta a tornare nel mondo dell’hardware e che addirittura avrebbero reinventato il modo di giocare di nuovo(sul sito è ancora presente la scritta “Reinventing The Way You Game. Again.”); questo a fine Novembre 2017.
Da allora non ben precisati problemi di progettazione avevano bloccato lo sviluppo del progetto e stoppato la campagna di raccolta fondi, con l’Atari che come unico nuovo hardware ha rilasciato una sorta di cappello con degli speaker incorporati al costo di circa 150$.
Ma ora ci siamo, il nome non è più Atari Box ma è diventato Atari Vcs, che sta per Video Computer System, la campagna di crowdfounding su Indiegogo si sta per chiudere e la console sarà preordinabile a partire dal 30 di Maggio.
A parte il nome nuovo non sembra cambiato granchè dal progetto originale, almeno sotto il punto del design, con la console che si presenta sempre con una silhouette classica e una finitura in legno opaco che ricorda l’originale Atari 2600.
In un recente comunicato stampa sono però stati rivelati alcuni dettagli in più, soprattutto relativi alle specifiche hardware che monterà il sistema:
Insieme alla console verranno venduti anche un pad in stile moderno e un joystick che richiama quello originario dell’A2600.
Parlando di giochi supportati, Atari è stata molto evanescente a riguardo, annunciando solamente che saranno molti i titoli famosi disponibili e che al momento del lancio saranno compresi più di 100 giochi provenienti dal passato della compagnia come Asteroids, Breakout, Centipede, Gravitar, Missile Command e Yars ‘Revenge.
Rimane invece un mistero il prezzo finale, ma si prevede che costerà tra i 250$ e i 300$ con uno sconto per chi effettua il pre-order.
Rileggendo le specifiche fornire sull’Atari Vcs emerge come il progetto non sia più rivolto alla creazione di una nuova console, ma piuttosto a quello di un nuovo home computer il che dovrebbe spaventare chiunque abbia seguito la vicenda Steam Machine.
L’ultima azienda a tentare seriamente di riproporre un sistema aperto, senza la necessità di acquistare costose licenze Windows (e di pagare per poter sviluppare giochi che lo sfruttano) e con funzionalità sia multimediali che di gioco è stata la Valve nel 2014, quando lanciò sul mercato la sua gamma di Steam Machine.
Purtroppo, come molti immaginavano, i titoli compatibili furono meno del previsto, gli hardcore gamer utilizzavano già un pc e i possessori di console, anche grazie alle nuove funzionalità multimediali di Xbox One e Ps4, non sentirono la necessità di acquistare un ulteriore sistema.
C’è quindi realmente bisogno dell’Atari Vcs che non propone nulla di diverso dai sistemi Valve? La risposta probabilmente è no ed è per questo che la compagnia ha deciso di finanziare tutto il progetto tramite una campagna di crowdfunding, in modo da testare anche la reazione del pubblico.
Sarà infatti sufficiente l’amore che molti nostalgici hanno ancora per il marchio Atari per far vendere la nuova console?
Nel caso non lo fosse basterà chiudere la campagna di crowdfunding e comunicare alle persone interessate che non si sono raggiunti i numeri minimi necessari alla sua realizzazione; una pratica simile è stata adottata sempre da Atari che aveva tentanto di ottenere finanziamenti per produrre un gioco della serie RollerCoaster Tycoon su Nintendo Switch salvo poi annullare tutto visto la scarsa risposta da parte degli utenti.
Insomma attualmente ci sono più dubbi che speranze sul progetto Atri Vcs ma, per chi volesse accordare fiducia a questo storico marchio, i preordini saranno attivi a partire dal 30 di Maggio.
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