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Il Game.com era una console portatile lanciata da Tiger Electronics nel 1997, con lo scopo di sfidare Nintendo, leader incontrastato del mercato delle console portatili.
Nonostante il precedente fallimento del suo R-Zone, Tiger decise di riprovare a lanciare una propria console portatile, questa volta forte di molte caratteristiche innovative per il tempo.
Il Game.com era dotata infatti di uno schermo LCD touchscreen da 4 pollici , che rappresentava una novità per una console portatile, e la possibilità di collegarsi a Internet tramite una cartuccia/modem, ancora mai vista prima su una console portatile. Inoltre, il Game.com aveva alcune funzionalità da agenda, come una rubrica telefonica e una calcolatrice.
Il tutto venduto ad un prezzo finale davvero accattivante di 70 dollari. considerando anche la presenza di un gioco incluso, il rompicapo Lights Out.
Tiger decise inoltre di puntare ad un target più adulto rispetto a Nintendo, cercando di acquisire (e sorprendentemente riuscendoci) anche alcune licenze importanti, vedi per esempio Resident Evil 2 e Mortal Kombat.
A corollare il tutto vennero rilasciate anche alcune periferiche aggiuntive che permettevano a due console di collegarsi tra loro e scambiarsi dati mediante un cavo.
Insomma, non si può dire che le cose vennero fatte alla leggera ma nonostante tutte queste caratteristiche vincenti in quanti hanno sentito parlare della Game.com?
Uno dei motivi del suo insuccesso fu il touch screen, che era poco preciso a causa della bassa risoluzione del sensore installato nella console e veniva utilizzato solo per alcuni giochi come Light Out e Wheel of Fortune.
Presentava inoltre una velocità di refresh molto lento, causando ghosting, ovvero la scia che lasciano i pixel, durante i giochi ad alta velocità e rendendolo veramente orrendo da utilizzare.
Inoltre, la memoria della rubrica era alimentata da una batteria bottone che una volta scarica portava alla perdita di tutti i dati salvati, causando frustrazione agli utenti (quei pochi che lo hanno usato).
Ciliegina sulla torta la connessione internet a 14kbps necessitava dell’acquisto di una cartuccia da collegare direttamente al modem di casa e serviva solamente a caricare i punteggi sul sito dedicato; se si voleva navigare sul browser testuale bisognava acquistare una seconda cartuccia apposita. Operazione che rendeva il tutto molto costoso e pressocché inutile.
Nonostante questi problemi Tiger sembrava avere un asso nella manica da giocare contro Nintendo e cioè il suo parco titoli maturo e dai nomi altisonanti come Resident Evil 2, Sonic Jam, Mortal Kombat Trilogy e altri solamente annunciati come Metal Gear Solid e Castlevania SOTN.
Ma anche in questo caso non fu tutto oro quello che luccicava (ma manco argento).
I giochi infatti non erano sviluppati da terze parti, ma semplicemente Tiger strinse accordi di licenze e sviluppò internamente delle sue versioni di questi titoli.
Il risultato furono dei giochi che ricordavano i loro fratelli ufficiali ma che di fatto si presentavano come castrati sotto ogni punto di vista. Le vendite furono ovviamente disastrose (chi vorrebbe giocare ad un RE 2 non completo??)
La game.com, al momento del suo lancio, fu praticamente ignorata dalla stampa specializzata e non ebbe una campagna marketing efficace. Gli spot pubblicitari erano tristi e poco incisivi, come quello che mostrava degli angeli che si lamentavano della noiosità del paradiso finché non arrivava un angelo con il suo game.com.
Un altro spot imitava quelli aggressivi di Sega of America, mostrando un nano che insultava una folla di giocatori elencando le caratteristiche del game.com, finché non veniva travolto da una folla inferocita.
A causa di questi fattori, il game.com non ottenne il successo sperato e fu supportato ufficialmente solo fino al 2000, solo tre anni dopo il suo lancio, insieme al provider esclusivo che non era stato molto utilizzato.
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