SEGA CORPORATION – storia e declino di una delle principali aziende produttrici di console e videogiochi
Nascita e declino di una delle aziende del mondo videogames più influenti di sempre
Chiunque sia appassionato di retrogaming non può non conoscere la SEGA, creatrice di classici intramontabili quali Sonic e Virtua Fighter, e produttrice di console come il Sega Mega Drive e il più vetusto Sega Master System.
Attualmente la compagnia giapponese si dedica esclusivamente alla produzione di videogiochi e ha abbandonato da circa 15 anni la creazione di console; ma cosa ha portato una compagnia che aveva il controllo quasi totale del mercato a compiere una scelta di ristrutturazione aziendale così drastica?
La nascita negli anni 50
Sfatiamo un mito, la Sega non è sempre stata un’azienda giapponese. Il suo fondatore era infatti americano, tale David Rosen, che nel 1951 si trasferì in Giappone e fondò la Rosen Enterprise, azienda che si dedicava principalmente all’esportazione di opere d’arte e all’importazione dagli USA di giochi elettromagnetici a gettone.
Fu solamente negli anni 60 che la compagnia, in seguito alla fusione con un’azienda produttrice di Flipper elettronici, cambiò nome in SEGA (abbreviazione di Service Games) e a produrre in proprio cabinati da bar che nulla avevano da invidiare a quelli americani.
Il mercato delle console e il decennio degli anni 80
Dopo essere stata acquistata negli anni 70 dalla stessa azienda che possedeva la Paramount e aver riscosso un notevole successo con alcuni classici da bar come Frogger a Zaxxon, nel 1983 la compagnia venne acquistata da una proprietà giapponese e divenne ufficialmente SEGA Enterprises LTD; negli stessi anni iniziarono ad essere prodotte le prime console casalinghe.
Nel 1983 le maggiori case di produttrici di console subirono un duro colpo dall’uscita di pc casalinghi più economici e funzionali e solamente due grandi case si contendevano il mercato: la Nintendo, con il suo Famicon (o NES in America), e la SEGA stessa con l’uscita del SG-1000 Mark III, meglio conosciuto con il nome di Sega Master System.
Nonostante delle prestazioni superiori al Nes, il Sega Master System godeva di pochissimo supporto da parte di case produttrici esterne e, anche grazie a scelte di marketing piuttosto discutibili, non riuscì mai ad imporsi sulla concorrente, che arrivò a coprire quasi l’80% del mercato.
Nel 1988 era ormai chiaro che il Famicon avrebbe vinto il primo round, e così la Sega mise in commercio una console, prima nel suo genere, a 16 bit per tentare di riconquistare gli appassionati di videogiochi: il Sega Mega Drive, commercializzato in Europa con lo stesso nome e negli USA come Sega Genesis.
La potenza grafica, un supporto da parte di case produttrici finalmente adeguato (prima fra tutte la Electronic Art) e un ottimo tempismo nell’ingresso sul mercato segnarono il successo che durò per ben 3 anni, in modo incontrastato.
Nel 1991 usciva infatti il Super Famicon, o SNES, di casa Nintendo il quale però non vantava caratteristiche predominanti rispetto al Mega Drive e questo permise alla Sega di rimanere a galla con una console, vecchia di 5 anni, sino al 1991 (due anni dopo l’uscita di un superclassico come Sonic the Hedgehog)
Il 1994, l’anno della svolta e il lento declino
Nel 1994 un altro colosso dell’industria dell’elettronica si apprestava a lanciare la sua prima console, innovativa sia perché sfruttava una grafica a 32 bit, sia per il passaggio a supporto da cassetta magnetica a cd: la Sony Playstation.
Le grandi case che sino ad allora dominavano il mercato tardarono a fare la loro contromossa e ne pagarono a caro prezzo le conseguenze.
Nintendo aspettò alcuni anni per far uscire il suo sfortunato Nintendo 64, mentre la SEGA già nel 1995 produsse la sua prima e unica console a 32 bit, il Sega Saturn.
Nonostante alcune conversioni molto famose, questa console non poteva competere con lo strapotere ottenuto dalla Sony con un marketing aggressivo e soprattutto con il fatto che sviluppare per Playstation era molto più semplice rispetto al Saturn, fatto che spinse le più importanti case produttrici di videogame a lasciare progressivamente la SEGA.
Ferita e con molti debiti a rodere le basi societarie, il colosso Sega tentò un’ultima mossa disperata: la produzione di una nuova console, a 128 bit che avrebbe dovuto spazzare via la concorrenza e che drasticamente si rivelò invece l’ultima prodotta: il Sega Dreamcast.
Il lancio in Giappone, nel 1998, fu un vero disastro, con pochissime copie vendute e con un parco giochi troppo ristretto mentre in Europa e in America le cose andarono decisamente meglio.
La console spopolò dal 1999 sino agli inizi del 2001 quando la Playstation 2, uscita nel 2000, cannibalizzò nuovamente il mercato.
A sferrare l’ultimo colpo mortale al Dreamcast fu la messa in commercio, nel 2001, della prima console prodotta dalla Microsoft, che per prima implementava delle architetture tipiche dei pc casalinghi che facilitavano di molto il lavoro degli sviluppatori.
Affossata da debiti e incapace di competere con Microsoft e Sony, nel Marzo del 2001 la Sega annunciò la fine della produzione della console e da li a pochi mesi, la chiusura dei rami aziendali dedicati allo sviluppo di nuovo hardware.
La conversione del 2001 e i tempi moderni
Sempre nel 2001 l’azienda decise, drasticamente, di convertirsi da produttrice di console a sviluppatrice di giochi per piattaforme di terze parti, comprese quelle dei grandi rivali di un tempo.
I primi tempi furono tutt’altro che semplici e Sega registro anni di perdite, la maggior parte dei quali colmate da donazioni private dell’allora multimiliardario proprietario dell’azienda Isao Okawa; solamente nel 2005 con l’acquisto da parte di Sammy (produttrice di pachinko) delle quote maggioritarie, l’azienda conobbe una ripresa.
Attualmente Sega è una delle case produttrici di videogame più importanti del mondo e può vantare, grazie ad acquisizione di marchi importanti e piccole software house, dello sfruttamento di proprietà molto renditive nel settore quali quella di Total War e di Football Manager.
Per chi volesse approfondire è possibile anche acquistare il libro Service Games: The Rise and Fall of SEGA
Articolo sicuramente interessante, nonostante alcuni errori:
Il Megadrive nasce in Giappone come Megadrive (e non Genesis che, al contrario di quanto scritto nell’articolo, è proprio il nome del modello americano della console ).
Inoltre, il Megadrive è uscito in Giappone alla fine del 1988, il Super Famicom alla fine del 1990. Gli anni di distanza sono due non tre e le caratteristiche H/W del S Famicom erano DECISAMENTE preponderanti (grafica e sonoro su un altro pianeta).
Ciò che ha permesso a Sega di mantenere un buona fetta di mercato è stata la bontà del software, il supporto delle terze parti e un ottimo reparto marketing (tra la fine degli anni 80 e l’inizio dei 90 SEGA era anche in grado di farsi dell’ottima pubblicità).
La mascotte “Sonic The Hedgehog” vide la sua nascita nel 91. Fosse uscita nel 93, sarebbe stata decisamente fuori mercato.